Le dinamiche del mercato immobiliare dopo il Covid

Il Covid e il lockdown che ne è conseguito alla sua esplosione hanno portato gli italiani a rivedere il loro modo di vivere.

 

La diversa funzionalità della casa

Prima del Covid per molti la casa era soltanto il luogo dove riposarsi con la vita proiettata soprattutto nei luoghi pubblici, fossero quelli del lavoro o del divertimento. Anche i liberi professionisti che non possedevano un ufficio fisso erano soliti utilizzare i coworking, apprezzando in particolare di fare networking. 

Con l’esplosione della pandemia e l’obbligo di non uscire da casa, questa diventa il luogo dove pubblico e privato si uniscono. E questo per tutta la famiglia. All’improvviso si scopre la mancanza di stanze, di verde, di luoghi all’aperto (giardino, terrazza o un semplice balcone). 

 

Cercasi nuova casa disperatamente

In quel momento si inizia così a cercare una casa che abbia lo spazio sufficiente per permettere a mamma e papà di lavorare in smart working e ai figli di fare la didattica a distanza (addio bilocale!). Un plus quasi obbligatorio è ora la presenza di spazi all’aperto, siano essi un giardino o balconi/terrazze. Con lo smart working viene meno anche l’esigenza di essere vicini all’ufficio e si realizza che è possibile scegliere anche un altro tipo di vita.

 

Addio alle grandi città

Se per lavorare basta un pc e un collegamento internet allora è possibile farlo da qualsiasi parte d’Italia, se non del mondo. Magari in una realtà a dimensione umana e dai prezzi contenuti. Magari vicino al mare o in montagna. Possibilmente in un ambiente che si integra perfettamente con la natura circostante. 

Grazie al Covid si sono riscoperti tempi più lenti, il valore dei negozi di vicinato, il piacere di parlare con i vicini di casa. Vi è stata così la rivalsa dei piccoli/medi centri sulle grandi città, che offrono un costo della vita maggiore e una qualità della vita minore.

 

Si torna in ufficio. E la casa?

Terminata l’emergenza Covid il lavoro sta riprendendo pian piano la sua routine. Si riprende la vita in ufficio, almeno qualche giorno a settimana. Quello che è cambiato in modo indelebile è, però, l’approccio al lavoro. Non si rinuncia più al tempo personale per quello del lavoro, non si baratta la qualità della propria vita in nome dello stipendio. 

Così alcuni sono tornati in città, chi ha potuto ha chiesto di continuare a lavorare da remoto e chi non è riuscito a unire le sue esigenze con quelle del datore di lavoro si è licenziato alla ricerca di una vita professionale più allineata ai suoi valori. Questo ha portato a una nuova crescita delle vendite nelle grandi città, ma l’attenzione verso i centri minori non si è fermata ed è sempre bella viva.

 

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